Disturbi alimentari
Disturbi alimentari
Che cosa sono i disturbi alimentari?
I disturbi del comportamento alimentare sono patologie caratterizzate da un’alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo. Si manifestano solitamente durante l’adolescenza e colpiscono soprattutto il sesso femminile.
Conseguenze dei disturbi alimentari
I disturbi alimentari, oltre a colpire la mente e provocare un’intensa sofferenza psichica, coinvolgono il corpo con delle complicanze fisiche talvolta gravi. Un traguardo importante è la consapevolezza di avere il problema.
Soffrire di un disturbo alimentare sconvolge la vita di una persona. Tutto ruota attorno al cibo e alla paura di ingrassare. Cose prima banali come una pizza con gli amici diventano difficili se non impossibili e motivo di forte ansia. Spesso i pensieri sul cibo assillano la persona anche quando non si trova a tavola.
Un sentimento quasi sempre presente è quello della vergogna e della colpa. Ed è per questo che spesso la malattia viene nascosta ai familiari ed agli amici il più a lungo possibile. In molti casi la richiesta di aiuto viene fatta molto tempo dopo che il disturbo è cominciato.
I disturbi alimentari non stravolgono solo i comportamenti alimentari, ma incidono anche su altre sfere importanti della vita della persona. Si è portati a rinunciare alle situazioni sociali che comportano lo stare a tavola con gli altri. Oppure si può diventare ansiosi e irritabili e rendere i rapporti con gli altri molto difficili e tesi.
I comportamenti tipici di una persona che soffre di tale disturbo sono vari. Digiuno, restrizione dell’alimentazione, crisi bulimiche e vomito autoindotto. Ma anche assunzione impropria di lassativi e/o diuretici e intensa attività fisica finalizzata alla perdita di peso. Naturalmente alcune persone possono ricorrere ad uno o più di questi comportamenti, ma ciò non vuol dire necessariamente che esse soffrano di un disturbo alimentare.
“Famiglia anoressica”
La famiglia è una risorsa importante per la cura dei disturbi alimentari. Nell’approccio sistemico la famiglia viene coinvolta nella terapia. Questo per andare alla ricerca della radice profonda che ha nel tempo scatenato il sintomo.
Salvador Minuchin (1980) parla al riguardo di “famiglia anoressica”, proprio per evidenziare come la famiglia sia al centro dell’attenzione. Il paziente è semplice portatore di un sintomo di un sistema più complesso.
Anoressia nervosa
I principali disturbi del comportamento alimentare sono l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa.
Il termine anoressia significa letteralmente “mancanza di appetito”, anche se in realtà il nodo centrale dell’anoressia è un desiderio patologico di essere magro. Chi soffre di anoressia spesso non si rende conto della propria magrezza. Anzi è spaventato dall’idea di aumentare di peso e di diventare grasso. Si è portati ad avere una disciplina molto rigida sul controllo del cibo e del proprio peso.
Autori sostengono che l’anoressia nervosa è un disturbo che riflette modalità particolari di un funzionamento familiare. La tendenza ad evitare i conflitti, un atteggiamento eccessivamente protettivo dei genitori nei confronti dei figli e una mancanza di regole chiare e di confini tra i membri della famiglia, da cui risulta una eccessiva intrusione di ciascuno negli spazi dell’altro. Un’apparente armonia tra i membri della famiglia diventa il modo in cui ci si preserva dall’affrontare i problemi e si mantiene la stabilità.
Bulimia nervosa
La bulimia nervosa (letteralmente “fame da bue”) si caratterizza per la presenza di crisi bulimiche (o “abbuffate”). A queste seguono comportamenti di compensazione finalizzati ad ostacolare l’aumento di peso. L’esordio si verifica in seguito ad una dieta ipocalorica o ad un evento stressante o ad un vero e proprio trauma emotivo. All’inizio la crisi bulimica può essere saltuaria o occasionale. Ma col passare del tempo diventa una compulsione a cui è difficile sottrarsi. Nella bulimia nervosa l’attenzione e l’insoddisfazione nei confronti del proprio corpo ed aspetto fisico assumono un’importanza assoluta. La stima di sé è fortemente legata al corpo e ogni modificazione fisica può essere vissuta come una frustrazione e come una perdita di controllo sul proprio corpo.
Le conseguenze emotive di un’abbuffata possono essere diverse. In alcuni casi le persone riferiscono di provare un temporaneo sollievo e senso di piacere. Ma che ben presto lasciano il posto ad una profonda angoscia per la possibilità di ingrassare e perché non si è riusciti a controllarsi. I metodi di compensazione, soprattutto il vomito, possono dare una temporanea sensazione di alleviare l’ansia. Subito dopo però può lasciare il posto ad un senso di vuoto che a sua volta può innescare una nuova abbuffata.
La maggior parte delle persone che soffre di un disturbo alimentare non ha consapevolezza di avere un problema. Per questo motivo, soprattutto nelle fasi iniziali della malattia, non è portata a chiedere un aiuto, rifiutando un approccio terapeutico.
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